dancing flower
DANCING FLOWER
todi festival
22 – 30 agosto 2015
galleria UNU unonell’unico
TODI
todi festival
22 – 30 agosto 2015
galleria UNU unonell’unico
TODI
1 luglio- 30 ottobre 2015
Galleria STUDIO 3527
Via Statuto 16 Milano
15 – 19 aprile
LaboExpo
11:00 am – 7:00 pm
Foro Bonaparte 60, Milano
14 – 19 aprile
FUORISALONE 2015
11:00 am – 7:00 pm
Via Voghera 8, Milano
VEDERE LE CITTÀ INVISIBILI
Dal 26 al 31 marzo 2015
Spazio Futuro Anteriore
Via Speri della Chiesa Jemoli 3
Varese
Isabella Angelantoni Geiger si racconta e parla della sua mostra personale “Vedere le città invsibili” ispirata dal libro di Italo Calvino.
Isabella Angelantoni Geiger talks about her story and her art exhibition “Seeing the Invisible Cities” based on Italo Calvino’s book.
A Bookcity Milano la personale di Isabella Angelantoni Geiger, dal titolo Vedere le città invisibili, ci racconta fino al 16 novembre, il modo in cui l’artista ha fatto propria la lezione “urbana” di Calvino e di Klee. L’abbiamo intervistare per capire meglio la sintesi del suo percorso artistico, umano e letterario.
Se l’idea che l’arte, come afferma Klee, <<non deve rappresentare il visibile, ma rendere visibile l’invisibile>>, è diventata la linea guida del suo percorso artistico, in che modo la sua scelta è ricaduta sull’opera di Italo Calvino? Cosa ha più amato del suo romanzo?
Non ho scelto l’opera di Calvino, l’incontro è avvenuto negli anni di studio. Nel tempo Calvino e Klee si sono intrecciati, tutti e due affrontano la città come entità filiformi, riducono il visibile a linee geometriche dalle quali però scaturiscono “immagini poetiche”. Ciò che amo di più ne Le Città Invisibili è la capacità di suscitare sensazioni legate al vivere in città – sensazioni urbane – che per me si traduce in gioia. Amo vivere in città e amo la mia Milano, fonte di ispirazione della mostra.
Delle 11 categorie di città descritte e narrate da Calvino, dalla “città della memoria” alle “città nascoste”, quali possiamo ammirare nelle sue trasposizioni creative ospitate all’interno della mostra milanese
L’esposizione si sofferma su quasi tutte le categorie che affronta Calvino, soprattutto “Le città e la memoria” e “Le città e il desiderio”. Ma quella che più mi ha attratto è “Le città sottili”, le sue sono descrizioni limpide, luminose e lineari. Io le vivo come città felici, anche se Calvino ci dice che le città non vanno classificate in base a questo principio. Ho evitato “Le città e i morti”. È un tema troppo doloroso e molto profondo: non riesco ad affrontarlo.
Come lei stessa ha affermato, il suo modo di operare usando molto le mani le consente di creare delle gabbie. Sono le nostre gabbia fisiche e mentali. In che caso, oggi, vanno oltrepassate, e in che caso conviene chiudercisi dentro?
Nella vita affrontiamo esperienze diverse che ci portano a chiuderci o ad aprirci. Il termine gabbia, in generale, ha in se’ un’accezione negativa, ma in realtà io penso alla gabbia anche come qualcosa che protegge e custodisce un centro, il cuore. Non bisognerebbe cedere alla seduzione di chiudersi dentro la gabbia, o peggio farsi chiudere; bisogna avere la volontà e l’entusiasmo per salvaguardare qualcosa di noi dal mondo esterno, per poi raccontarlo.
Vedere le città invisibili
Mostra di disegni e sculture ispirate al libro “Le città invisibili” di Italo Calvino
Curata da Rossella Terzolo
14/15/16 novembre 2014
Via Manzoni 43, Milano
13 giugno – 15 ottobre 2013
Casa Dell’Architettura
Piazza Manfredo Fanti Manzoni 47, Roma